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L’albero di Natale, tra dendrologia e religione

L’uomo ha sempre avuto bisogno rendere culto per ingraziarsi le divinità, soprattutto di fronte al susseguirsi delle stagioni e degli eventi astrali. E i simboli sono sempre stati molto importanti nelle religioni.

Cullmann (1993), conferma che era una usanza pagana di esporre rami e fronde per festeggiare il solstizio d’inverno.

La Chiesa nascente doveva coniugare le antiche usanze pagane con quelle cristiane per non creare discontinuità. Cosi, la nascita del Cristo fu stabilita (a partire dal IV secolo) il 25 dicembre in sostituzione dei culti al dio Saturno (saturnali) che si celebravano durante il solstizio invernale, e di rappresentarla, ancor prima che con il presepio francescano dugentesco, con i simboli di una vita nascente come può essere un albero sempreverde.

Secondo Merlo (1997) l’origine dell’ albero di Natale risale al Medioevo quando i misteri che si recitavano la notte della vigilia fuori dalle chiese prevedevano la rappresentazione della scena del peccato originale e della cacciata di Adamo e Eva dal Paradiso terrestre, cosi un abete a cui venivano appese delle mele rievocava l’albero della tentazione. Da qui il nome di “alberi del Paradiso”. In seguito avverrà la progressiva sostituzione delle mele con altri simboli: candele, dolci, ecc.

Mannozzi-Torini e Ciaffi Taddei (1972) sostengono che si deve a Martin Lutero l’usanza di celebrare le feste natalizie con un albero sempreverde (verosimilmente un abete rosso-Picea abies Karst.) decorato.

Per questo i cattolici la consideravano una espressione del mondo Protestante. La tradizione dell’albero di Natale é ora sentita in tutte le comunità cristiane e accettata anche nel mondo Cattolico, usanza consacrata con l’introduzione dell’albero di Natale in Piazza S. Pietro con il pontificato di Giovanni Paolo II.

Nelle campagne toscane della bassa collina, in mancanza dell’abete, si usava il ginepro comune.  Nel Monte Amiata, il Santi (1795) riferisce che il cerro-sughero (Quercus crenata Lam.) che mantiene le foglie in inverno, serviva “per adornare le porte delle chiese nei giorni di feste e ricoprire i Presepj nel tempo natalizio”.

Durante il XIX secolo l’abete bianco (Abies alba Mill.) era molto popolare come albero di Natale, in seguito venne sostituito dall’abete rosso (Mauri et al. 2016). Infatti Gambi (1967) sostiene che l’abete bianco ha inizialmente suggerito l’idea dell’albero di Natale, oltre che per essere un sempreverde, per la caratteristica di avere i coni eretti, sostituiti poi dalle candeline nella trasposizione allegorica.

Oggi in Europa e in Italia la specie più usata è l’abete rosso anche se si usano altre conifere: abete bianco, douglasia, pini, cipressi, cedri.

Dalla seconda meta del ‘900 l’albero di Natale con tutto il suo corollario ha acquisito una dimensione commerciale e consumistica, che si discosta da qualsiasi riferimento di tipo religioso. O meglio, le feste natalizie sembrano segnare il ritorno allo scambio dei regali e alle grandi abbuffate tipiche dei saturnali.

La rivisitazione in chiave laica/pagana dei culti cristiani nelle società occidentali ha riguardato il senso dell’albero di Natale e del Natale. Il processo continua in parallelo con la sostituzione della festa dell’Epifania con quella della Befana, della festa di Tutti i Santi con Halloween, della resurrezione pasquale del Cristo con una giornata di lotta per evitare la “strage degli agnelli”. Così è, se vi pare.

 

Per approfondimenti

Brosse J. 1989. Storie e leggende degli alberi. Studio Tesi, pp. 250.

Brosse J. 1991.  Mitologia degli alberi. Rizzoli, Milano, pp. 320.

Chevalier J., Gheerbrant A. 1999. Dizionario dei simboli. BUR, Vol. I pp. 561 e Vol. II pp. 606.

Corbetta F. 1963. Alberi di Natale. Natura e Montagna 3 ( 4): 175-176.

Cullmann O. 1993. La nativité et l’arbre de Noël. Ed. du Cerf, Paris, pp.104.

Eliade M. 2007. Immagini e simboli. Jaka Book, Milano pp. 157.

Gambi G. 1967. L’ albero di Natale. Natura e Montagna 8 (3): 25-32.

Hirsch  C. 1988. L’ albero. Ed. Mediterranee, Roma, pp. 111.

Mannozzi-Torini L., Ciaffi  Taddei G. 1972. L’  albero  di Natale. Edagricole, Bologna,  pp. 114.

Mauri A., de Rigo D., Caudullo G. 2016. Abies alba in Europe: distribution, habitat, usage and threats. In: San-Miguel-Ayanz, J., de Rigo, D., Caudullo, G., Houston Durrant, T., Mauri, A. (Eds.), European Atlas of Forest Tree Species. Publ. Off. EU, Luxembourg, pp. e01493b+

Merlo V. 1997. La foresta come chiostro. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), pp. 242.

Ries J. 1981. Il sacro nella storia religiosa dell’ umanità. Jaka Book, Milano pp. 243.

Santi G. 1795. Viaggio primo per la Toscana. Viaggio al Montamiata. R. Prosperi, Pisa, pp. 357.

 

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